Nell’ottobre 2024, come ogni anno, presso la Casa di Goethe si sono svolte le “Giornate di studio a Roma con il Forum didattico di Oßmannstedt”, questa volta sul tema “Ifigenia e il dramma antico”

 

in collaborazione con la Goethe-Gesellschaft Weimer, la Klassik Stiftung Weimar e la Casa di Goethe Roma)

Relazione di Ulrike Grohall

Dicembre 1786, Roma: la città ha una popolazione di circa 150.000 abitanti, le pecore pascolano nel Foro, molti resti dell’antichità sono sepolti sotto le macerie e prevalgono le abitudini più rudimentali – e Goethe completa la sua “Ifigenia in Tauride”. È la sua prima opera in terra italiana e sarà un precursore di un nuovo ideale umanistico di educazione.
Per Goethe, questo segna la fine di un lungo periodo di stagnazione artistica: Roma gli porta la tanto ambita liberazione dalla ristrettezza di Weimar e l’inizio di una nuova fase creativa.
Quindi dove, se non qui, sarebbe meglio impegnarsi in questo lavoro? Dal 12 al 17 ottobre 2024, 13 insegnanti tedeschi e altre persone interessate al tema si sono riuniti a Roma per lasciarsi ispirare dalla letteratura – attraverso impulsi accademici, lavoro congiunto sui testi e molte discussioni – guidati da Hannes Höfer (Goethe-Gesellschaft Weimar), Fransceca Müller-Fabbri (Klassik Stiftung Weimar) e Marc Grohall (Bildungsforum Oßmannstedt), con il contributo di Gabriella Catalano (Università di Roma Tor Vergata) e Claudia Nordhoff (Casa di Goethe).
Il contenuto delle giornate di studio si è incentrato su quattro temi principali:

  • L’immagine dell’uomo e l’umanesimo nell’Ifigenia
  • un nuovo programma educativo: l’influsso delle arti visive
  • Ifigenia come “nuovo mito della femminilità” e il suo effetto sulle protagoniste femminili dell’epoca
  • La critica ai concetti di “Klassik – Klassizismus – Aufklärung”.

Nelle discussioni sull’immagine dell’uomo e dell’umanesimo, condotte da Hannes Höfer, è emerso chiaramente, attraverso un lavoro concreto sul testo, che l’Ifigenia può essere letta come un’opera di liberazione – dopo tutto, propaganda una nuova umanità attraverso un’onestà radicale e un orientamento verso l’umanesimo. I vincoli imposti dall’esterno, ad esempio dagli dei o dai governanti mondani, perdono la loro autorità assoluta; d’ora in poi sono il cuore e la mente a dettare la rotta.
Questa posizione è rappresentata in modo particolarmente credibile da una donna (Ifigenia) che, pur essendo una sacerdotessa, si trova in una posizione piuttosto impotente in un mondo dominato dagli uomini e sotto il controllo di un re (Toante). In questo mondo, la donna si afferma con comprensione e sincerità e diventa così non solo un modello per i suoi compagni e per Toante, ma anche la fondatrice di un nuovo ideale di umanità e di educazione.
Ai partecipanti fu subito chiaro come Ifigenia divenne rapidamente un “nuovo mito della femminilità” ed ebbe un grande impatto, soprattutto sulle donne. Francesca Müller Fabri ha spiegato vividamente come Ottilie von Goethe, Adele Schopenhauer e altre donne progressiste abbiano sviluppato una nuova immagine di sé come donne intellettualmente e artisticamente attive, ispirandosi tra l’altro all’“Ifigenia” di Goethe. Alcune di loro vissero e lavorarono a Roma per qualche tempo in una sorta di appartamento condiviso da donne proprio accanto alla Fontana di Trevi.
Un altro momento saliente del programma è stata la visita guidata di Claudia Nordhoff alle sale espositive della Casa di Goethe; le sue spiegazioni hanno fatto rivivere la Roma dell’epoca di Goethe, facendo capire quale significato abbia avuto per Goethe il periodo trascorso a Roma e quanto le esperienze di Goethe siano diventate una tappa fissa per tutti i successivi viaggiatori a Roma.
In una conferenza tenuta dalla Prof. ssa Catalano, alcune intuizioni di Goethe sono state elaborate anche sulla base delle sue esperienze in Italia e soprattutto a Roma. La ricerca della totalità sembra essere stata centrale. Così come Goethe sviluppò l’idea di una pianta primordiale in Italia a cui tutte le altre piante possono essere ricondotte, Goethe cercò anche di fondere le sue diverse ed eterogenee impressioni a Roma in un’unità complessiva.
In un vivace dibattito conclusivo, i concetti di epoca – che erano particolarmente apprezzati a scuola – sono stati esaminati in modo critico e testati per verificarne l’adeguatezza. La nuova proposta accademica di intendere il termine “Klassik” come un concetto di forma piuttosto che di epoca, e di utilizzare invece solo “Aufklärung” e “Romantik” come termini epocali, è stata oggetto di una discussione controversa. Anche se non ha convinto subito tutti, ha fornito a tutti molti spunti di riflessione.
I partecipanti sono già in attesa del prossimo viaggio a Roma, dal 12 al 16 ottobre 2025, con il tema “Goethe, Wilhelm Meister e il Bildungsroman”. Sempre sotto la guida di Hannes Höfer e Marc Grohall e con la Casa di Goethe come luogo ospitante. Le iscrizioni sono aperte.

Foto di Andrea Veneri