Questo convegno è dedicato alle traduzioni in lingua italiana dei testi di Ingeborg Bachmann.
Saluti di benvenuto: Luca Crescenzi (Presidente IISG)
Introduce: Gabriella Catalano (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
Intervengono: Marco Rispoli (Università di Padova), Massimiliano De Villa (Università di Trento)
L’incontro si terrà presso l’Istituto Italiano di Studi Germanici Villa Sciarra.
In collaborazione con la Casa di Goethe in occasione della mostra Ingeborg Bachmann “Esisto solo quando scrivo”, visitabile al Museo Casa di Goethe fino al 31 agosto 2025
In collaborazione con
Ingeborg Bachmann avrebbe compiuto 99 anni il 25 giugno 2025. Per l’occasione, vi invitiamo a festeggiare il compleanno e vi offriamo delle visite guidate alla mostra Ingeborg Bachmann “Esisto solo quando scrivo”, in corso al Museo Casa di Goethe fino al 31 agosto.
17.00 Visita guidata in lingua tedesca
18.00 Festa di compleanno
19.00 Visita guidata in lingua italiana
In collaborazione con
Immagini: Ingeborg Bachmann come clown, metà anni 1930 © Archivio di famiglia Bachmann Matthias Bachmann; vista della mostra © Andrea Veneri
Ingeborg Bachmann, Berlino, metà degli anni Sessanta © Familienarchiv Bachmann Heinz Bachmann
Due voci impegnate della letteratura italiana e tedesca presentano dei testi di Ingeborg Bachmann: Ilaria Gaspari (*1986) e Annabelle Hirsch (*1986) leggono lettere, reportage ed estratti di opere che hanno influenzato il loro lavoro letterario.
Il dialogo si concentrerà sulla questione della rilevanza che l’opera della Bachmann ha ancora oggi, in particolare per quanto riguarda temi come il femminismo, l’identità e il linguaggio. In che modo i testi della Bachmann influenzano la letteratura contemporanea? Quali impulsi dà alle autrici di oggi?
In un confronto aperto, Gaspari e Hirsch faranno luce sulla complessità dell’opera di Ingeborg Bachmann e apriranno nuove prospettive sulla sua scrittura – una serata tra omaggio letterario e riflessione critica.
L’evento si terrà in italiano e tedesco.
Ingresso libero
Ilaria Gaspari © Pietro Baroni
Ilaria Gaspari ha studiato filosofia alla Scuola Normale di Pisa e alla Sorbonne di Parigi. Tra i suoi libri, tradotti in diverse lingue: Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita (Einaudi 2019), Vita segreta delle emozioni (Einaudi 2021), A Berlino con Ingeborg Bachmann (Perrone 2022), La reputazione (Guanda 2024). Ha realizzato un podcast dedicato a Marcel Proust (Chez Proust, Emons 2022) e uno a Ingeborg Bachmann (Bachmann, Emons 2023).
Annabelle Hirsch @ privato
Annabelle Hirsch ha origini tedesche e francesi e ha studiato Storia dell’arte, Teatro e Filosofia a Parigi e a Monaco. Lavora come giornalista per Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, ZeitOnline e altre riviste, ha pubblicato racconti e traduzioni letterarie dal francese. Vive fra Roma e Berlino. Oltre a Il piatto (Corbaccio) ha pubblicato Una storia delle donne in 100 oggetti.
In collaborazione con
INCONTRI AL CORSO 18 è una serie di eventi in cui i borsisti, che per due mesi vivono e lavorano in Via del Corso 18, presentano i loro progetti in un dialogo aperto con Gregor H. Lersch, il direttore della Casa di Goethe, e il pubblico.
La cucina italiana è molto amata in Germania e si è diffusa in tutto il paese. Durante il suo soggiorno alla Casa di Goethe, il giornalista Mohamed Amjahid esplora il ruolo della cucina italiana nella formazione dell’identità degli italiani in Germania. In che modo la coltivazione delle loro tradizioni culinarie li ha aiutati a orientarsi in un ambiente straniero e a formare una propria comunità? La ricerca di Mohamed Amjahid a Roma non consiste solo in interviste e nel rilevamento di documenti storici, ma anche in elementi pratici come la raccolta di ricette, la visita a ristoranti e negozi di alimentari gestiti da ex lavoratori italiani e dai loro discendenti in Italia.
© Andreas Hornoff per Piper
Mohamed Amjahid, nato a Francoforte sul Meno nel 1988, è un giornalista investigativo e autore di saggistica politica. Scrive per diversi media come ZEIT, Spiegel, taz e Süddeutsche Zeitung. Cura la rubrica culinaria “Mohamed’s Kitchen” per la rivista Monopol. Amjahid ha ricevuto molta attenzione per i suoi bestseller “Unter Weißen”, “Der weiße Fleck” e “Let’s talk about Sex, Habibi”. Il suo ultimo libro, “Alles nur Einzelfälle?”, tratta del sistema che sta dietro alla violenza della polizia.
Un caloroso ringraziamento alla Karin und Uwe Hollweg Stiftung per il suo sostegno al programma di borse di studio.
Ingeborg Bachmann, Rom, Ende der 1960er Jahre © Familienarchiv Bachmann, Uwe Johnson
Evento in occasione della mostra al Museo Casa di Goethe Ingeborg Bachmann “Esisto solo quando scrivo”
«Il fascismo è la prima cosa nel rapporto tra un uomo e una donna» dice Ingeborg Bachmann nell’ intervista-documentario di Gerda Haller, girata nel 1973 per la tv austriaca. In realtà il rapporto uomo-donna è un tema ricorrente per la scrittrice austriaca, che esplora in molte delle sue opere. Si tratta spesso di ruoli di genere, sfruttamento dei rapporti di potere, infedeltà, abbandono, ma anche di ricerca di autonomia e di nuova coscienza di un sé femminile.
L’attrice Simonetta Solder leggerà alcuni brani di Ingeborg Bachmann sul rapporto tra i due sessi e sul femminismo tratti da Im Himmel und auf Erden, Undine geht e Malina, consentendoci di scoprire un lato importante dell’autrice austriaca.
Evento in lingua italiana e tedesca (con traduzione)
Simonetta Solder, traduttrice e attrice nata a Klagenfurt. Dopo gli studi a Vienna, frequenta l’HB Studio di New York e il Steppenwolf Theatre di Chicago. In teatro lavora con Giorgio Pressburger, Israel Horovitz e Francesca Comencini, prendendo parte a The Walks di Rimini Protokoll. Con Paola Rota (regista) e Teho Teardo (musicista) lavora, fra gli altri, al progetto teatrale Illegal Helpers di Maxi Obexer, firma la regia di Gertrude, Lucia e le altre. Le donne del rivoluzionario Manzoni conferenza-spettacolo di e con Eleonora Mazzoni e del Il fu Mattia Pascal con Giorgio Marchesi al Teatro Ghione. Tra le traduzioni per il teatro figurano, fra gli altri, il drammaturgo statunitense Israel Horovitz, Roland Schimmelpfennig, Robert Woelfl, Kevin Rittberger, Azar Mortazavi e Bernhard Studlar. Come attrice lavora in produzioni per tv e cinema dirette da Giacomo Campiotti, Giacomo Battiato, Riccardo Milani, Marco Tullio Giordana, Ivan Cotroneo e Michele Soavi.
In collaborazione con il
Roma non offre solo aspetti unici in termini di storia, religione e storia dell’arte, ma c’è anche un ricco passato e presente musicale da scoprire nella Città eterna. Claudia Kayser-Kadereit presenta circa 180 luoghi legati alla musica e ne consiglia la visita in dodici tour attraverso il centro della città, da Piazza del Popolo al Colosseo, alle Terme di Caracalla, il Monte Testaccio fino alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme con composizioni di tutte le epoche, da Händel e Pergolesi a Wagner fino a Morricone. I numerosi itinerari e le loro intersezioni consentono percorsi personalizzati, sempre accompagnati da mappe informative e consigli di ascolto tramite codici QR.
In questo modo, una visita di Roma si arricchisce di esperienze sconosciute e inaspettate e riporta alla luce sfaccettature musicali in parte dimenticate nella varietà culturale della città.
Durante la serata l’autrice presenta dei capitoli selezionati del suo libro accompagnati dall’ascolto dei brani musicali e un concerto con Lieder di Philipp Christoph Kayser, Otto Nicolai, Louis Spohr e Franz Liszt, eseguiti da Christine Streubühr (mezzosoprano) e Claudia Kayser-Kadereit (pianoforte).
Evento in lingua italiana
Il 22 marzo alle 11.00 si svolgerà una passeggiata musicale nei luoghi selezionati dalla guida turistica. Il punto di partenza è la Casa di Goethe.
Claudia Kayser-Kadereit (*1962), assistente di ricerca e artistica presso l’Istituto di Musicologia ed Educazione Musicale dell’Università di Osnabrück e volontaria nell’ambito dell’educazione musicale degli adulti, ha portato avanti questo progetto ogni volta che si è recata a Roma e accompagnando diversi gruppi turistici in tour musicologici della città. Parte della ricerca per la sua guida turistica musicale è stata effettuata durante la sua borsa di studio presso la Casa di Goethe nel 2015.
Nell’ultimo giorno della mostra Max Liebermann. Un impressionista di Berlino, vi invitiamo a una visita guidata con la curatrice della mostra, Alice Cazzola, e a festeggiare il finissage insieme.
La mostra presenta, per la prima volta in Italia, l’intero percorso artistico di Max Liebermann (1847-1935), uno dei massimi innovatori della pittura tedesca di fine Ottocento. Durante la visita guidata si potranno approndire i suoi rapporti con l’Olanda, la Francia e sopratutto scoprire un aspetto fin’ora meno conosciuto: i legami con l’Italia di Liebermann, dove l’artista si recò almeno sei volte. Tra il 1878 e il 1913 l’artista visitò Venezia, Firenze e Roma e Napoli ed ebbe stretti rapporti con dei protagonisti della scena artistica italiana. A partire dal 1895 fu uno dei protagonisti delle prime Esposizioni Internazionali d’Arte della città di Venezia, l’odierna Biennale di Venezia, e partecipò a numerose collettive in Italia. Diverse sue opere sono quindi entrate a far parte di celebri musei italiani, alcune delle quali sono riunite presso il Museo Casa di Goethe, come: Autoritratto del 1908 in prestito dalle Gallerie degli Uffizi (Firenze), Ragazzi al bagno del 1899 dalla GAM – Galleria d’Arte Moderna (Milano).
Immagine: Max Liebermann, Autoritratto, 1908, olio su tela, Gallerie delle Statue e delle Pitture degli Uffizi, Firenze © Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi
Inaugurazione 12.3.2025, ore 19.00
Interverranno:
Gregor H. Lersch, direttore Museo Casa di Goethe
Teresa Indjein, direttrice Forum Austriaco di Cultura Roma
Andreas Krüger, capo ufficio culturale dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania
Massimiliano Smeriglio, assessore alla cultura Roma Capitale
Durata della mostra 13.3. – 31.8.2025
Un’icona della storia della letteratura del XX° secolo che ancora oggi continua a ispirare lettori di tutto il mondo: Ingeborg Bachmann (1926–1973). La mostra presenta la sua vita e la sua opera concentrandosi sui luoghi che l’hanno influenzata: la Klagenfurt della sua infanzia, la Vienna dei suoi primi successi, Monaco, Zurigo, Berlino e ovviamente la sua Roma. Vengono inoltre presentati libri e documenti, i legami con Max Frisch, Henry Kissinger o Marie Luise Kaschnitz oltre a numerose fotografie di tutte le fasi della vita di questa scrittrice allo stesso tempo sicura di sé e vulnerabile.
Una mostra realizzata dalla Literaturhaus München e dal Literaturmuseum della Österreichische Nationalbibliothek in cooperazione con il Museo Casa di Goethe
Con il gentile sostegno di
Tracciare un’identità chiara di quella che venne definita “Entartete Musik” (Musica degenerata), oggetto degli attacchi dei nazisti, è piuttosto indefinibile. Gli attacchi dei nazisti si rivolgevano contro tutta la musica che essi ritenevano non appartenere alla più profonda cultura musicale tedesca, da essi presupposta “pura” e incontaminata da qualunque altra influenza. Il sistema repressivo che aveva adottato nei confronti di artisti ebrei (ma non esclusivamente), ha messo a tacere due generazioni di compositori.
La modernità che, apparentemente aveva destabilizzato la società tedesca del Novecento, era stata la ragione per cui il Reich aveva armato la politica razzista, poiché le tendenze musicali innovative erano un presagio di degenerazione sociale.
Eppure se ci soffermiamo a pensare sul concetto di arte che propugnava il Reich, esso aveva dei punti di contatto con ciò che veniva promulgato in quel periodo: basti pensare alla musica di Kahn e di Mahler. Le loro composizioni, inserite nel programma della serata, in forma classica e dal sapore tardo romantico, non si distaccavano sia per il carattere che per le armonie da quelle di Brahms, Wagner o Strauss. Non si può annullare l’ingiustizia che hanno subito questi compositori, ma si può far loro omaggio, nella modalità più importante per la loro arte: riprodurre la loro musica e divulgarla. Mantenendola viva, insieme a quella delle altre vittime del totalitarismo, si nega ai regimi del passato una vittoria postuma.
PROGRAMMA
Gustav Mahler
Quartettsatz (1876)
Liliana Bernardi, violino (docente del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma)
Michela Marchiana, viola (allieva della classe di viola del M° Sanzò)
Marco Osbat, violoncello (allievo della classe di violoncello del M° Chiapperino)
Marina Cesarale, pianoforte (pianista accompagnatore del Conservatorio Musica Santa Cecilia Roma)
Ilse Weber
Fünf Lieder für Singstimme und Klavier
Miriam Fußeder, soprano (allieva della classe di musica da camera del M° Ferrara)
Marina Cesarale, pianoforte (pianista accompagnatore del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma
Robert Kahn
Jungbrunnen Op. 46 per voce, violino, violoncello e pianoforte
Miriam Fußeder, soprano (allieva della classe di musica da Camera del M° Ferrara)
Liliana Bernardi, violino (docente del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma)
Luca Peverini, violoncello (1°Violoncello dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma)
Marina Cesarale, pianoforte (pianista accompagnatore del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma)
Pur trattandosi di un lavoro giovanile di Gustav Mahler (1860 – 1911), frutto di un solo anno di studi di composizione, il Quartettsatz rivela una notevole padronanza di tecniche compositive. L’impianto di forma-sonata e l’interessante scrittura pianistica dimostrano la confidenza di Mahler col grande repertorio per pianoforte, da Beethoven a Schubert, Chopin, Schumann e Brahms.
Per quanto riguarda Ilse Weber (1903 – 1944) fanciulla prodigio, deportata prima a Theresienstadt e poi ad Auschwitz, dove morì, componeva filastrocche, ninne nanne e poesie, che le erano state di grande conforto da ragazza dopo la morte del padre. Approfittando del tempo a disposizione che aveva a Theresienstadt, durante la guardia notturna e dopo il lavoro, Weber creò un piccolo spazio per sé e per gli altri, nel quale scrisse circa sessanta poesie durante la sua prigionia, tutte in tedesco.Molte di queste sono state musicate, accompagnandosi con la chitarra e utilizzando melodie e immagini “ingannevolmente semplici” per descrivere gli orrori a cui lei e i suoi compagni di detenzione avevano assistito, la natura primitiva del loro ambiente quotidiano e l’importanza di mantenere viva la musica nonostante tutto.
Jungbrunnen di Robert Kahn (1865 – 1951) è una serie di canzoni tratte dall’omonima raccolta di poesie del poeta tedesco Paul Heyse. La musica è in stile tardo-romantico ed è un ottimo esempio della padronanza di Kahn dell’integrazione degli strumenti con la voce. Kahn ebbe modo di conoscere Brahms, che lo aiutò in modo informale e, sebbene la sua opera mostri, in qualche misura, la sua influenza, Kahn è un compositore eclettico e indipendente la cui musica ha una propria originalità. Robert Kahn, che insegava a Berlino e faceva parte dell’Accademia delle Arti di Prussia, emigrò in Inghilterra nel 1939, perché il regime nazionalsocialista aveva vietato la pubblicazione e l’esecuzione della sua musica.
Immagini: Gustav Mahler © CC0 (E. Bieber), Ilse Weber © CC0 (anonimo), Robert Kahn © CC0
INCONTRI AL CORSO 18 è una serie di eventi in cui i borsisti, che per due mesi vivono e lavorano in Via del Corso 18, presentano i loro progetti in un dialogo aperto con Gregor H. Lersch, il direttore della Casa di Goethe, e il pubblico.
La borsista Laura Helena Wurth prepara a Roma un servizio radiofonico per Deutschlandfunk Kultur sull’influenza dell’architetta Plautilla Bricci sulla Roma barocca.
La visita di una città di solito si svolge in modo tale che si passa da un monumento all’altro, da un edificio famoso all’altro. In mezzo ci sono uomini seduti a cavallo che hanno costruito o almeno commissionato questi edifici. Camminando in una città, si ha l’impressione che le città siano fatte principalmente da e per i maschi.
A Roma, in particolare, c’è il monumento nazionale chiamato scherzosamente “macchina da scrivere”, Monumento a Vittorio Emanuele II, costruito su progetto di Giuseppe Sacconi. Anche il Pantheon si pensa sia stato costruito da uomini. Tutta Roma è una città costruita da architetti. Ma è vero? Nel periodo barocco c’è stata almeno una donna architetto: Plautilla Bricci. Non solo costruì edifici in città, ma fu anche pittrice. Ha dipinto la pala d’altare della Cappella di San Luigi. Con la conoscenza dell’influenza di Plautilla Bricci si potrebbe vedere Roma in modo diverso. E anche la Roma moderna che si è sviluppata intorno al GRA verrebbe interpretata in modo differente se si conoscesse meglio Plautilla Bricci.
Come controparte nella storia tedesca, verrà messa in evidenza Astra Zarina. Un’architetta che ha influenzato in modo significativo l’aspetto odierno di Berlino con la progettazione del Märkisches Viertel nel 1966. Come Plautilla Bricci, Zarina ha sempre avuto uomini al suo fianco. Sia nel periodo barocco che negli anni Sessanta. Per il resto della sua vita, fino alla morte nel 2008, Zarina si è dedicata anche all’architettura italiana. È stata conservatrice nel comune di Civita.
Bricci e Zarina hanno influenzato l’immagine di una città, ma non vengono quasi mai citate quando si visitano queste città. L’esplorazione di queste due figure può contribuire ad una nuova valutazione dell’architettura e dell’urbanizzazione.
L’evento si svolgerà in lingua tedesca.
Laura Helena Wurth © Stephanie Neumann
Laura Helena Wurth
Laura Helena Wurth, nata nel 1989 a Berlino, è autrice e critica. Si è laureata in Arte e Cultura all’Università di Maastricht e ha conseguito un Master all’Università Humboldt di Berlino. Scrive regolarmente di arte e architettura contemporanea per FAZ, FAS, NZZ ed è redattrice di Deutschlandfunk Kultur. È cofondatrice del project space FKA SIX, che ha affrontato il tema delle rovine contemporanee in un centro commerciale nel 2023. Insieme a Louisa Hölker, pubblica la rivista d’arte monotematica One to(o) Many, che unisce molte voci diverse in un’unica opera d’arte.
Un caloroso ringraziamento alla Karin und Uwe Hollweg Stiftung per il suo sostegno al programma di borse di studio.
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