In occasione del 250° anniversario del romanzo epistolare di Goethe I dolori del giovane Werther, che dopo la sua pubblicazione ha riscosso un successo a livello europeo, la Casa di Goethe organizza un convegno sulle traduzioni del Werther in Italia.
Interventi:
Roberto Venuti: Werther. Un romanzo “scandaloso” nella Roma papalina
Flavia di Battista: «Alcune scintille di quel foco». Il Verter di Michiel Salom tra Padova e Berlino
Gabriella Catalano: “no, Einaudi, non cambiamo il titolo!” Alberto Spaini traduttore del Werther
Modera Giovanni Sampaolo
Nel compilare la voce Goethe per la Grande Enciclopedia Russa Walter Benjamin definiva il romanzo goethiano I dolori del giovane Werther il più grande successo letterario di tutti i tempi. Un successo segnato anche dalle traduzioni che, parte integrante della vita di un’opera, hanno oltrepassato i confini di spazio e di tempo del testo originale. Pure da questo punto di vista il caso del Werther può dirsi esemplare. Le traduzioni segnano la ricezione europea e poi mondiale di un‘opera che per la prima volta afferma la dignità letteraria della lingua tedesca. A 250 anni dalla sua prima apparizione ci si interroga sull’orizzonte di attesa creato dalle traduzioni italiane che, nel corso del tempo, hanno ridato voce alla storia di quell’amante infelice. La loro diversità rispecchia le possibili letture che hanno accompagnato la narrazione di un destino, di una generazione e della sua epoca divenendo la storia della gioventù di tutti i tempi. Nella sua unicità Werther raduna questa pluralità così come il testo originale contiene le sue interpretazioni e traduzioni a venire.
La conferenza si svolgerà in lingua italiana.
Gabriella Catalano © privato
Gabriella Catalano, docente di Linguistica tedesca e Traduzione all’Università di Roma II-Tor Vergata. Ha studiato a Napoli, Vienna e Monaco. Pubblicazioni su Goethe: Musei invi- sibili. Idea e forma della collezione nell’opera di Goethe (Artemide 2007), Goethe (Salerno editore 2022), Goethe und die Kunstrestitutionen.über Kunst und Alterthum in den Rhein und Mayngegenden. Un diario di viaggio e le sue conseguenze (Wallstein Verlag 2022).
Flavia di Battista © privato
Flavia Di Battista è assegnista di ricerca all’Università Roma Tre nell’ambito di un progetto sulle interazioni tra geografia e letteratura in area di lingua tedesca. Si interessa di letteratura tedesca dal tardo Sette- al Novecento, e in particolare delle sue relazioni con la cultura italiana. Nel 2020 ha conseguito un dottorato all’Università di Tor Vergata con una tesi sul mediatore culturale Leone Traverso e la ricezione italiana di Hugo von Hofmannsthal, da cui è tratta la monografia del 2023 Tradurre è come scrivere. Leone Traverso e Hugo von Hofmannsthal (Quodlibet). Ha scritto inoltre, tra le altre cose, della presenza della cultura tedesca nell’opera di Giacomo Leopardi.
Roberto Venuti © privato
Roberto Venuti ha insegnato Letteratura tedesca presso l’università di Siena, dove è stato preside della Facoltà di Lettere. Borsista e visiting professor presso l’Università di Tübingen, la Nationale Forschungs- und Gedenkstätte der Klassischen deutschen Literatur in Weimar (NFG), il Deutsches Literaturarchiv di Marbach/Stuttgart, la Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel. Ha diretto presso la casa editrice Artemide la collana Proteo che dal 1995 ha pubblicato oltre 100 volumi d’argomento germanistico. Ha scritto saggi sull’illuminismo e il classicismo tedesco e curato l’edizione dei Diari e lettere di Goethe dall’Italia (1786-1788) e degli Scritti sull’arte di Goethe. Attualmente sta lavorando a una nuova edizione italiana dei Diari di Franz Kafka per i Meridiani Mondadori.
Max Liebermann si recò nella capitale italiana in occasione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Roma del 1911. Durante questo viaggio visitò la Villa di Livia vicino Prima Porta, dove ammirò il murale sotterraneo di un giardino idilliaco pieno di una grande varietà di piante e uccelli. Tornato nella sua casa estiva di Wannsee, vicino Berlino, si mise subito a lavoro e creò una sua interpretazione nella loggia, alcune parti delle quali sono sopravvissute fino ad oggi.
Gli affreschi della villa di Livia sono conservati al Museo Nazionale Romano, presso il Palazzo Massimo alle Terme, e hanno dato vita a una collaborazione con il Museo Nazionale Romano. In conversazione con la curatrice Alice Cazzola, l’archeologa Agnese Pergola, responsabile della sede di Palazzo Massimo, ripercorrerà la storia degli affreschi bimillenari e del loro ritrovamento nel 1863 fino al loro trasferimento al museo. In risposta, Alice Cazzola commenterà il fenomeno della ricezione dell’antico nell’opera di Max Liebermann.
Immagine: Il giardino dipinto dalla Villa di Livia, dettaglio parete a Sud, 40-20 a. C., Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, Roma © Museo Nazionale Romano, foto: Simona Sansonetti
Photographische Kunstanstalt v. Freyberg: Max Liebermann davanti alla loggia della sua villa, 1914, ristampa © Max Liebermann-Gesellschaft Berlin e.V., Foto: Andrea Veneri
Le analogie e le differenze tra i viaggi in Italia di Johann Gottfried Seume e di Johann Wolfgang von Goethe, le attività della Società Seume “Arethusa” e le “passeggiate” da Grimma a Siracusa che si svolgono ancora oggi. Ne parlano:
Dr. Claudia Nordhoff (collaboratrice scientifica Casa di Goethe), Dr. Wolfgang Fritzsche (Seume Gesellschaft), Lutz Simmler (Seume Gesellschaft) e la Prof. Dr. Maria Paola Scialdone (germanista dell’Università di Macerata).
Moderazione: Dr. Gregor H. Lersch
Evento organizzato in collaborazione con la Johann-Gottfried-Seume-Gesellschaft “Arethusa”.
Foto: Johann Gottfried Seume: Spaziergang nach Syrakus im Jahre 1802, Braunschweig und Leipzig 1803, Veit Hanns Schnorr von Carolsfeld, Johann Gottfried Seume, 1798, Gleimhaus, Halberstadt, Creative Commons Lizenz 3.0.by-nc-sa
Max Peiffer Watenphul: Porträt Johanna Ey, 1934, Foto Bauhaus-Archiv Berlin
Le fotografie di Max Peiffer Watenphul, il primo membro queer del Bauhaus di cui si abbia notizia, ritraggono in modo eccentrico i suoi amici, scene di desiderio queer e paesaggi urbani in Italia, dove si recò prima come borsista del Premio Roma di Villa Massimo e poi come esule.
Almeno uno studente queer si unì al Bauhaus nel 1919, il suo primo anno: Max Peiffer Watenphul. Ricordato soprattutto per i suoi dipinti di città e paesaggi modernisti, Peiffer Watenphul divenne anche un fotografo esperto e avventuroso. Mentre i suoi dipinti appaiono più fedeli alla tradizione paesaggistica e ritrattistica, nella fotografia si concesse una libertà maggiore. Le fotografie di Peiffer Watenphul ritraggono i suoi amici del Bauhaus e del mondo dell’arte in modo bizzarro, ma anche scene che si infiammano di desiderio queer.
Utilizzò la fotografia anche per esplorare l’Italia, dove trascorse un anno all’Accademia Tedesca di Villa Massimo dopo aver ricevuto il Premio Roma nel 1931. Dopo la conquista della Germania da parte dei nazisti nel 1933, Peiffer Watenphul documentò con la sua macchina fotografica l’Italia come paese del suo esilio.
Elizabeth Otto è direttrice dell’Institute for the Humanities e professoressa di Storia dell’arte presso la University at Buffalo, State University of New York.
Tra i suoi libri ricordiamo Tempo, Tempo! The Bauhaus Photomontages of Marianne Brandt (2005), Haunted Bauhaus: Occult Spirituality, Gender Fluidity, Queer Identities, and Radical Politics (2019) e altri sei libri di cui è coautrice o coeditrice.
Il suo lavoro è stato pubblicato su Art Forum, History of Photography e October ed è stato sostenuto da organizzazioni come la Alexander von Humboldt Foundation, il Getty Research Institute e lo US Holocaust Memorial Museum.
La conferenza si svolgerà in lingua inglese.
Prenotazione obbligatoria: prenotazioni@casadigoethe.it
Casa di Goethe in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana
Comitato scientifico: Tatjana Bartsch, Gregor H. Lersch, Johannes Röll
Conferenza di Claudia Nordhoff (in italiano)
Dove: Museo Casa di Goethe
Quando: 31 Maggio alle ore 19
Su prenotazione: prenotazioni@casadigoethe.it
Goethe a Roma – un argomento che è stato trattato più volte alla Casa di Goethe ed è senza dubbi familiare ai visitatori del museo e dei nostri eventi serali. Ma come viveva Goethe a Weimar? Qual era il suo rapporto con il suo datore di lavoro e amico, il duca Carl August, cosa lo spinse ad allontanarsi da Weimar nel 1786 e come fu la sua vita lì dopo il suo ritorno nel 1788?
Questa e molte altre domande saranno affrontate dalla nostra assistente scientifica Claudia Nordhoff in una conferenza in lingua italiana, alla quale vorremmo cordialmente invitarvi.
August Weger secondo Georg Melchior Kraus, Goethe nel circolo serale della Duchessa Anna Amalia, Museo Casa di Goethe
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